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Helleborus - Elleboro chiamata anche "Rosa di Natale"

 

L'Helleborus è un  fiore invernale, chiamato comunemente Rosa di Natale perché  sboccia tra dicembre e febbraio ed appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae  ed è diffuso sia in Europa che in Asia . Esistono circa 25-30 specie di perenni,  le più conosciute sono l'Helleborus niger ( o rosa di Natale), e l'Helleborus viridis  (= elloboro verde).

Gli ellebori sono considerate piante perenni longeve , semplici da coltivare e si trovano anche in natura, crescono nei sottoboschi e ai margini dei boschi collinari in zone semiombreggiate e abbastanza umide. Per questo stanno diventando molto popolari nei nostri giardini e possono essere coltivati con successo in giardino a patto di seguirne le esigenze.

Gli ellebori sono erbacee sempreverdi rizomatose, che formano cespi alti tra i 20 e i 40 cm e sono costituiti da grandi foglie palmate, composte da segmenti ovali, di colore verde scuro; durante i mesi invernali producono sottili steli carnosi che portano fiori singoli o a grappoli, molto grandi, che ricordano i fiori della rosa canina e vengono utilizzati anche come fiori recisi; i colori dell'elleboro sono generalmente il bianco ed il porpora, ma esistono varietà dal colore  delicatamente rosato, verde, crema.

L’Helleborus si coltiva nella comune terra da giardino, con un terreno alleggerito con della pietra pomice ed arricchita con stallatico o concime granulare, mentre le concimazioni andrebbero fatte  verso la fine di ottobre distribuendo una buona quantità di concime organico. Generalmente si utilizza stallatico ben stagionato, magari mescolandovi qualche manciata di cornunghia o farina di ossa.

E’ possibile coltivarlo anche in vaso scegliendo le varietà con accortezza. Alcune varietà, addirittura, crescono meglio in un piccolo spazio. Tra queste possiamo indicare gli ibridi di Helleborus lividus, versicarius, sternii e ballardiae. Purtroppo sono varietà che si trovano difficilmente in commercio, ma possiamo rivolgerci a rivenditori specializzati sia in Italia, sia all’estero.

Gli ellebori sono piante resistenti al freddo, da mezz'ombra, o da ombra completa nelle zone più calde della penisola; in genere si tende a porli a dimora in un luogo dove il piede della pianta sia riparato, mentre la parte aerea sia esposta al sole; in questo modo l'apparato radicale non subisce la siccità estiva e gode di un terreno quasi sempre fresco e spesso umido.

Le annaffiature devono essere regolari, in modo che il terreno sia sempre abbastanza umido, quindi si fornisce acqua regolarmente da marzo fino a ottobre, perché anche se non in fiore durante i mesi caldi, gli ellebori producono molto fogliame, costituendo piccoli cespugli decorativi e diradando poi la frequenza delle annaffiature durante i mesi freddi e piovosi.

E’ consigliabile per stimolare la crescita di nuova vegetazione degli ellobori ,la rimozione del fogliame troppo vecchio, danneggiato  tra dicembre e gennaio , mentre da metà  primavera ad inizio estate (anche però a seconda della varietà) sarà importante rimuovere i  fiori esausti, a meno che si voglia mantenerli per favorire l’autodisseminazione (o per raccogliere noi stessi i semi), anche se il metodo più semplice per ottenere nuove piantine è senza dubbio la divisione.

Gli ellebori sono piante piuttosto resistenti e che raramente presentano problematiche di tipo sanitario, i principali nemici sono :

- Afidi di solito vanno a stabilirsi all’interno dei boccioli, all’inizio della primavera.

- Seccume nero (o morte nera) I segni distintivi sono macchie scure sul retro delle foglie, in particolare in corrispondenza delle venature. In seguito possono comparire anche sui fiori. Purtroppo una volta che la pianta è colpita non c’è rimedio, se non quello di espiantarla ed eliminarla.

- Macchia nera è l’affezione che si presenta più frequentemente sugli ellebori. È caratterizzata dalla comparsa di macchie marroni o nere sul fogliame, il più delle volte convergenti. Con tempo si creano ampie aree necrotiche, il fogliame diventa giallo e la pianta, in generale, risulta fortemente debilitata. Le spore alla fine dell’autunno si trasferiscono nel terreno dove svernano per poi tornare a colpire in primavera.

- Chiocciole e lumache possono rivelarsi molto dannose in primavera, durante la notte, quando si cibano dei germogli fiorali e delle nuove foglie.