La potatura nella storia
In ogni periodo storico, l'uomo ha sempre cercato di circondarsi, nella vita e nella morte, delle piante che più gli piacevano o che lo affascinavano. Numerose testimonianze del valore ornamentale delle piante ci sono pervenute dalle grandi civiltà del passato: dalla Mesopotamia ai giardini di Babilonia, passando attraverso Greci, Romani, per l'hortus conlusus medioevale,
giungendo fino ai giardini all'italiana e a quelli paesaggistici inglesi. In tutte queste culture del "verde ornamentale", pur molto differenti tra loro, è possibile rilevare un elemento comune: non troviamo mai una pianta capitozzata, cioè resa irriconoscibile nel suo portamento naturale in seguito a eccessivi interventi di taglio.
Sin dalla più remota antichità l'albero è stato considerato un simbolo sacro e di piacere. Oltre all'aspetto estetico, alle dimensioni, al portamento tipico, al colore dei fiori e alla forma delle foglie, era importante anche il significato simbolico e culturale che si attribuiva ai numerosi rappresentanti del mondo vegetale. Nella loro coltivazione, quindi, era importante rispettare tutte quelle caratteristiche naturali che rendevano unica e piacevole una determinata specie. La convivenza con gli alberi non era affatto un problema, essi venivano collocati in siti idonei perché la loro presenza durasse il più lungo possibile, quindi considerando giustamente la distanza dagli edifici e le condizioni pedoclimatiche necessarie a quella determinata specie. Quando poi un esemplare, per motivi di vecchiaia o fitosanitari (per esempio la sua stabilità compromessa) non rispondeva più alle esigenze iniziali, veniva subito eliminato e sostituito. La potatura era una pratica che si attuava solo in pochi casi, per l'eliminazione dei rami morti e delle branche che impedivano il passaggio sotto la chioma.
Il giardino rinascimentale all'italiana e il giardino all'inglese
Nella gestione del giardino rinascimentale all'italiana, la potatura diventa un aspetto particolarmente importante: gli elementi vegetali, sia alberi sia arbusti, dovendo essere "formali" - avere cioè un volume e una forma geometrici - erano sottoposti a frequenti tagli per dare e mantenere l'aspetto prestabilito.
Nel giardino paesaggistico inglese, interventi di correzione riguardano invece quasi esclusivamente gli arbusti, mentre gli alberi venivano fatti crescere liberamente, assecondando il portamento naturale della specie. Per gli arbusti i maestri giardinieri inglesi adottarono la potatura come migliorativo delle loro caratteristiche, eseguendo tagli al fine di ottenere una migliore e abbondante fioritura. In tempi successivi la tecnica di potatura delle piante ornamentali si è modificata e amplificata.
La potatura nel giardino moderno
Conseguentemente alle nuove urbanizzazioni, nel verde privato residenziale si è inizialmente voluto inserire il mondo vegetale senza tenere in conto le sue esigenze fisico-biologiche, provocando quindi una competizione di spazi tra piante e uomo. Quest'ultimo, per porre rimedio a errori urbanistico-agronomici, ha provveduto a ridimensionare il volume degli alberi (da lui stesso piantati) attuando per la prima volta nella storia la potatura drastica - il capitozzo e poi l'ha resa pratica comune anche per situazioni che non presentavano i problemi accennati. A riguardo, occorre poi sottolineare come l'avvento delle autoscale ha reso ancor più facile la "distruzione" degli alberi.
Per quanto riguarda la potatura nel giardino moderno - quello di rappresentanza, per intenderci, quindi di casette a schiera, ville, condomini o sedi aziendali ecc. - essa è attualmente condizionata dal filone architettonico deciso a livello progettuale: tendenzialmente si preferisce dare agli spazi esterni un aspetto naturalistico e, quindi, la potatura viene rivolta soprattutto agli arbusti, per migliorarne il portamento e la fioritura. Inoltre, si sono ridotte le dimensioni medie dei giardini residenziali e in essi si tende a privilegiare più il prato come spazio "libero", contornandolo eventualmente con siepi, arbusti ed erbacee. Gli alberi, quindi, sono meno presenti o, qualora lo siano, si tende a utilizzare varietà a taglia medio-piccola.
Il compito del giardiniere
Occorre poi ricordare come fino agli anni Trenta si considerasse il giardiniere una maestranza altamente specializzata e ben distinta dall'operatore agricolo. Nei decenni successivi vi è stato un forte inserimento di questa seconda figura nella gestione manutentiva del verde ornamentale. L'operatore agricolo è però abituato a intervenire sulle piante da frutto (e a farlo in modo "pesante") per ottenere una produzione equilibrata, risolvendo così il problema della cosiddetta "alternanza di produzione" (a un anno con alta produzione di frutti di piccole dimensioni, segue un anno con produzione scarsa di frutti di grossa pezzatura). Questo obiettivo provoca stress alle piante - cui viene continuamente richiesto di produrre vegetazione nuova - e ne riduce sensibilmente la vita. Il compito di un giardiniere consiste invece nel prolungare la vita della pianta, assicurandole quindi le migliori condizioni. Le specie ornamentali non hanno bisogno di interventi consistenti poiché è sufficiente provvedere con pochi tagli alla formazione e al mantenimento della forma desiderata (salvaguardando sempre la fioritura). Si interviene quindi nel massimo rispetto del vegetale, cercando di creare loro meno stress possibile.
Testi tratti da Potatura del giardino - alberi, arbusti, cespugli e siepi di Stefano Caroli e Alberto Savini