Cure su Popolus nigra
Alberi Sparsi è stata chiamata per curare un esemplare di Popolus nigra situato nelle campagne di Russi, in provincia di Ravenna.
Il Pioppo nero, insieme al Pioppo bianco (Popolus alba) e al Pioppo cipressino (Popolus nigra var Italica), sono gli emblemi della Pianura Padana e del contesto rurale del nord Italia.
L’esemplare trattato è un Pioppo nero alto circa 20 m, con diametro alla base di circa 0,80 m ed allo stadio morfo-fisiologico 8 (Pierre Raimbault).
Da qualche anno è in atto, all' interno dello stesso, un forte processo di cavitazione del cilindro centrale da parte di funghi cariogeni, ciò è stato riscontrato in modo inequivocabile con un' analisi visiva.
In seguito ad un più attento studio è stata riscontrata un’iniziale autoriduzione fisiologica della pianta, sicuramente accentuata dalla carie alla base e, di fatto, la parte alta della chioma (zona delimitata in giallo) ha un minor tenore vegetativo rispetto alla parte bassa (zona delimitata in verde).
L’albero sta cominciando, quindi, ad utilizzare le energie di cui dispone per salvaguardare la zona inferiore in previsione della propria “vecchiaia”.
A questo punto si è deciso di intervenire in quota con una riduzione della chioma in maniera modulare dall’alto verso il basso della stessa.
Sulla parte alta è stata operata una riduzione su reiterati interni (tagli di ritorno di 5-10 cm) e “sfumando” tale intervento sulla zona bassa della chioma cercando di privilegiare i reiterati che iniziano a dominare le vecchie “frecce” di vegetazione (tagli di ritorno < 5 cm). L'architettura della pianta, a lavori ultimati, si confà ai canoni architettonici delle piante che dallo stadio maturo stanno per passare agli stadi senescenti.
Il lavoro è stato eseguito da due European Tree Worker con l'uso della tecnica del tree climbing in una mattinata, asportando meno del 10% della vegetazione totale.
Pensando al futuro ci si è accordati coi committenti sulla pianificazione di nuovi interventi atti a ridurre in maniera progressiva la chioma, potendo così lasciare all'albero il tempo di “abituarsi” ed “adattarsi” alle modifiche che lo accompagneranno nel processo di evoluzione, e per non inficiare sulle energie della pianta. A tal proposito si è stimato di intervenire nuovamente non prima di 2 anni ed in piena estate.